Valverde di El Hierro: un capoluogo arrampicato sul pendio

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Mi piace l’idea di chiudere l’anno dedicandomi un po’ di tempo, così questa mattina mi regalo una gita fuori porta in solitaria.

Alle 8.40 sono sul pulmino bianco e verde di TransHierro destinazione Valverde, che non è il prosieguo di Cesenatico ma il capoluogo di El Hierro. Ci sono già passata un paio di volte per motivi logistici ma oggi farò la turista e mi dedicherò a visitarla in lungo e in largo – che è un modo di dire un po’ pomposo , visto che la cittadina vanta appena tre strade e un reticolo di viuzze (eppure sembra che qui viva circa la metà di tutta la popolazione dell’isola1).

Valverde si arrampica sulla montagna ripidissima, con un reticolo di vie che assomigliano più a pareti da scalare che a semplici stradine in salita. È l’unico capoluogo dell’arcipelago canario che non si trova sul mare – anche se il mare è sempre lì, a ogni scorcio, che si apre dietro le casette colorate. Mentre Tigaday, dove viviamo noi, è tendenzialmente bianca, Valverde è un piccolo contenitore di colori che si stagliano su uno sfondo blu perenne. Il blu del cielo, il blu del mare.
Sotto un tendone da circo preparano la festa di questa notte, si attendono grossi numeri di affluenza, sembra che ci sarà persino il dj!
Proseguo in discesa ed ecco che spunta una piazzetta terrazzata, bianca su colonne bianche, e dietro di lei la quadrettatura bianco-marrone dell’Iglesia de Nuestra Señora de la Concepción, riuscita combinazione di barocco e classicismo.

Mentre scendo la scalinata mi guardo attorno: ci siamo solo io, tre ragazzi che parlottano in un angolo e una vecchietta che viene su spedita dalla direzione opposta.

Accompagnata dai rintocchi della campana torno verso il centro e raggiungo l’arteria principale, una strada pedonale ciottolata con negozi aggraziati e i soliti “buena” (che qui si mangiano la “s” finale) che ti accompagnano mentre cammini. E anche quando non incontri nessuno che ti saluta il sorriso ti resta sempre aggrappato agli angoli della bocca, perché gli altoparlanti ai lati della strada diffondono in loop evergreen natalizi e qualche perla della canzone folklorica canaria. Per la strada addobbata a festa, la gente sfila con vestiti leggeri, rada e senza apparente fretta, trovando il tempo di dedicarti un sorriso di lieto fine anno e nuovo inizio.

E il mio augurio è che ci sia un nuovo inizio per ogni nuovo giorno dell’anno.
365 nuovi inizi a tutti voi.

 

1 L’ultimo censimento che ho trovato in internet parla di 10000 abitanti nel 2003, ma la gente del luogo sostiene che molti se ne sono andati con l’arrivo della crisi economica e che oggi la popolazione è scesa a circa 6000 abitanti su una superficie di 278 km2.

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