È un piccolo villaggio all’interno di una baia naturale nell’estremità nord-occidentale di El Hierro. La baia è chiusa da una parete di roccia quasi verticale abbastanza instabile, trattenuta da spesse maglie di ferro.
Le abitazioni scure in fondo alla ripida strada, percorribile solo a piedi, sono le case di villeggiatura degli abitanti di El Mocanal e formano un vero e proprio paesino, con piazzette, vicoli e cortili.
Lasciata la macchina nel piccolo spiazzo dove finisce la strada, di fronte a una minuscola chiesetta muccata, la vista della baia dall’alto è folgorante.
Una colata lavica così nera e così arricciata che sembra scesa giusto qualche giorno prima, a onde, giù verso il mare, al cui interno si trovano due piscine naturali e un villaggio, che dall’alto sembra a tutti gli effetti un villaggio fantasma. E lo sembra perché in effetti lo è, se andate a visitarlo da novembre a giugno. Non vedrete anima viva.
Pozo de Las Calcosas è uno dei miei luoghi preferiti in assoluto di El Hierro, mistico e surreale, grazie anche alla statua del Nettuno[1].
Perdersi tra le casette stilose in roccia nera e tetti di paglia, con scorci maestosi dell’Oceano per gran parte dell’anno burrascoso, è un’esperienza quasi mistica, non ci sono rumori, solo lo sciabordio del mare, in giro quasi nessuno .
Prima di entrare nelle piscine, accertatevi che non vi siano caravelle portoghesi[2], durante una nostra visita lo scorso marzo se ne contavano parecchie.
Dove si trova il Pozo de Las Calcosas: punta nord dell’isola, a 20 minuti in macchina da Valverde e 25 da La Frontera (Tigaday).
[1] La bella statua verde, perfettamente incastonata nella gola di Las Calcosas, è stata realizzata in materiale riciclato dall’artista canario Ruben Armiche. Tra le altre sue opere a El Hierro, la statua in bronzo del carnero a Tigaday e l’imponente e surreale scultura bianca (Homenaje a la Bajada de La Virgen de Los Reyes) che domina il paesaggio sulla strada che collega l’aeroporto con Valverde e che rappresenta un perfetto esempio di arte da riciclo: per realizzare la statua in onore de la “Bajada de la Virgen”, la grande festa popolare di carattere religioso che si tiene a El Hierro ogni quattro anni, sono infatti stati utilizzati diversi tipi di rifiuti urbani, tra cui tappi di bottiglia, elettrodomestici, parti di automobili e legno vecchio.
[2] Sembra una medusa, ma la caravella portoghese in realtà è qualcosa di molto più figo: un sifonoforo, che altro non è che un concentrato, una congrega di diversi individui. A vederla spiaggiata sembra un palloncino blu sgonfio, ma mentre vi perdete a osservarne le mille sfumature colorate della sua sacca, fate attenzione ai suoi minuscoli e cattivissimi tentacoli, che rimangono velenosi anche dopo la morte e possono provocare forti dolori e persino arresto cardiaco.