Il fiore di El Hierro: l’eonio

A Gran Canaria era il cardon il protagonista indiscusso. Ovunque ti girassi, là in mezzo, nelle lande desolate che fanno da collante tra un ecomostro e l’altro, lo vedevi spuntare vittorioso dal terreno aspro e aprirsi un varco con le sue lunghe dita sottili tra ciuffi di aloe e palme dal cuore arancione, proiettando sulla terra intrisa di sole sagome scure da far west.

cardon, gran canaria

Le lunghe dita sottili del cardon spuntano nel paesaggio di Gran Canaria.

Quando ho lasciato l’isola per traghettarmi a Fuerteventura, io, creatura capace di sviluppare dipendenza persino nei confronti di una pianta grassa, ho vissuto un momento piuttosto confuso: che ne sarebbe stato delle mie Canarie senza il cardon?

Poi, un paio di settimane fa, un aereoplano con l’elica mi ha scaricata a El Hierro, l’isola dei mille vulcani. Così piccola e verde, così piena di palme, piante grasse, pini e alberi di papaya… ma del mio adorato cardon, nessuna traccia!

E proprio mentre il senso di abbandono mi stringeva lo stomaco, l’ho visto. Solitario e coraggioso, in grado di mettere radici ovunque, e meno la terra è ospitale più lui sembra trovarci gusto. Arrampicato sui muri come una capretta, impiantato nelle rocce come una protesi dentaria… ma quanto mi sei simpatico, eonio! E non ce ne abbia a male il cardon se lo abbiamo già un po’ dimenticato, ‘ché la vita in fondo è solo questo: un dito umettato che ogni giorno volta pagina.

eonio, el hierro

L’eonio fa l’equilibrista su un muro di El Hierro.

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