Non è un segreto e non ho alcun interesse a fare credere il contrario: se cerchi lunghe spiagge sabbiose dove crogiolarti al sole prima di gettarti in mare per lunghe nuotate, esistono altre fette di mondo (anche all’interno dello stesso arcipelago canario) che possono darti maggiori soddisfazioni.
Chi dice che a El Hierro non ci sono spiagge, però, sbaglia. Ci sono, solo che sono piccoli fazzoletti da scoprire e conquistare, eccezion fatta per le spiagge nere di El Verodal, Las Playas e Timijiraque, le uniche davvero degne di questo nome.
El Hierro ha il suo stile anche in fatto di balneazione. Qui, più che attraverso lunghe lingue di sabbia, il mare lo si approccia dentro a spettacolari pozze (charco), insenature (cala), piscine naturali e persino un parco acquatico.
Tutte le spiagge, le piscine e i charco sono generalmente ben curati e gratuiti. Molti punti di balneazione sono inoltre dotati di zone di riposo comunitarie con tettoie dove ripararsi dal sole cocente e aree barbecue dove imbastire un pranzo in compagnia. Non contare invece sui classici bar dove dissetarti e comprarti un gelato: quasi sempre sono un miraggio e anche quando presenti è più facile che ti servano un piatto di garbanzos che un cornetto.
Data la conformazione geologica dell’isola, quasi tutti i punti di balneazione di El Hierro si trovano al termine di ripide scalinate, meglio dunque lasciar perdere le infradito e armarsi di sandali chiusi o scarpe da ginnastica.
Dove fare il bagno a El Hierro:
spiagge, charco e piscine naturali
Proprio per la particolarità dei luoghi che l’isola offre ai villeggianti, abbiamo deciso di non presentare charco, spiagge e piscine naturali di El Hierro distinti per compartimenti stagni, ma di creare un’unica lista dei punti balneabili, che parte dalla punta nord e si spinge lungo la costa ovest in direzione sud, fino a coprire l’intera circonferenza dell’isola.
Charco Manso
In corrispondenza della punta settentrionale dell’isola si trova questo bellissimo charco, uno dei più belli di El Hierro. Il paesaggio è spettacolare, tra piroclastici rossi (picón) e archi naturali su cui l’acqua si getta impetuosa, creando spruzzi simili a geyser e piccole cascate.
La pozza è accessibile da una scalinata che conduce a un solarium bianco e nero, da cui si dipartono diversi accessi al mare.
L’acqua è trasparente e nel tratto balneabile generalmente calma, perfetta per nuotare in mezzo ai pesci e fare snorkeling.
Come ci si arriva: dalla strada che da Echedo (Valverde) conduce direttamente al mare (HI-151). È disponibile un ampio parcheggio alimentato a pannelli solari.
El Pozo de Las Cascosas (piscine naturali)
Ricordare questo luogo solo per la sua straordinaria piscina naturale è un vero peccato, visto che c’è molto altro da vedere. Questo piccolo paese di case vacanze degli abitanti di Mocanal è uno dei luoghi più suggestivi di tutta l’isola, soprattutto se scoperto in bassa stagione, quando i villeggianti se ne vanno lasciando dietro di sé un villaggio fantasma, fatto di casette di pietra nera, viottoli e piazzette.
Dimentica in macchina le ciabatte e metti le scarpe: il sentiero per raggiungere la spiaggia è piuttosto lungo e la pendenza impegnativa.
Il bagno fuori dalla protezione della piscina è caldamente sconsigliato, soprattutto da ottobre in poi, sia per le condizioni impetuose del mare sia per la possibilità di imbattersi in fastidiose caravelle portoghesi, piccoli celenterati fortemente urticanti.
Un tempo in cima alla salita c’era un minuscolo ristorante con vista privilegiata sul precipizio, purtroppo è stato chiuso alla fine del 2016 (chi scrive era lì a cena l’ultima sera di apertura, ma non se ne vanterà).
Come ci si arriva: da Echedo (Valverde) lungo la HI-100, una strada lunga e tortuosa che regala scorci spettacolari, tra cui uno dei coni vulcanici più belli dell’isola. È possibile lasciare la macchina nella piccola rotonda, di fronte alla fermata del bus e alla minuscola chiesetta.
Cascada de Mar (parco acquatico)
In qualunque altro sito di qualunque altro Paese del mondo, questo parco acquatico troverebbe posto nella sezione “attività” o “cose da fare”, al pari di palestre e corsi yoga. Il fatto è che questo gioiello architettonico di Las Puntas, per anni abbandonato all’incuria, è al momento utilizzato come piscina popolare a tutti gli effetti, gratuita e bellissima, al pari delle piscine de La Caleta. Ecco svelato il motivo per cui ho deciso di inserirla qui.
Questa costruzione eccentrica, che sembra strappata a un film della serie Mad Max, è frutto del talento dell’architetto Jerónimo Padrón e ha alle spalle una storia burrascosa. Aperta nel 2007, è stata chiusa per molti anni. L’amministrazione comunale ha deciso adesso però di rimetterla in funzione, almeno in parte, e, in attesa di darla in gestione a qualche privato, di aprirla al pubblico.
Al momento in cui scriviamo, il parco acquatico è aperto in alta stagione (da giugno a settembre), mentre durante l’inverno si trasforma in costruzione immobile e pittoresca, parte integrante del paesaggio silente di Las Puntas. Le piscine sono riempite di acqua salata DOC.
L’ingresso è gratuito, così come l’uso degli sdrai, delle docce, degli spogliatoi e dell’occhio vigilante dei bagnini. Unica pecca, l’assenza di un bar dove prendersi un gelato, ma lungi da noi l’idea di mettersi a fare le pulci.
Come ci si arriva: lungo la stradina interna tortuosa che da Tigaday scende verso Punta Grande, passando davanti al Kiosko Las Puntas. A 100 metri di distanza si trovano l’hotel più piccolo del mondo e Garanoñes, uno dei ristoranti migliori di El Hierro, casomai venisse fame dopo una bella nuotata.
La Maceta (piscine naturali)
Le piscine naturali di La Maceta sono considerati unanimemente uno dei posti più belli di tutta El Hierro dove fare il bagno.
Siamo sul Golfo di Frontera, dove l’acqua è spesso inquieta, soprattutto da ottobre in poi. Fare il bagno dentro questa recinzione naturale è molto divertente, perché il muro di pietra fatica quasi sempre a contenere l’impeto del mare lasciando passare le onde.
Accanto alle due piscine, accessibili grazie a piccole scalette, si trova una zona solarium in cemento, che in alta stagione e alla domenica si riempie in fretta.
È disponibile un’area barbecue comunitaria con tavoli e tettoia tenuta molto bene, mentre, risalendo sulla strada, è possibile scegliere tra il chiosco Los Arroyos, dove farsi una cerveza godendosi il tramonto spettacolare sul Golfo, e il Ristorante La Maceta, con splendida terrazza affacciata sul mare e un’interessante scelta di piatti gourmet a prezzi dignitosissimi.
Su questo versante dell’isola il sole arriva tardi, inutile essere mattinieri, meglio aspettare metà pomeriggio quando il sole ha avuto qualche ora per scaldare l’acqua.
Come ci si arriva: lungo la strada che da Valverde conduce a Frontera, passata Las Puntas, si imbocca prima la strada che punta a ovest (HI-550) e poi una piccola stradina a destra (HI-561). È possibile anche arrivarci a piedi da Punta Grande lungo il coreografico sentiero che parte dal molo dell’hotelito e arriva alle piscine naturali passando attraverso la roccia vulcanica (PR EH-8).
Charco Los Sargos
Questa piccola insenatura incastonata contro la montagna si trova in zona Frontera, a pochi chilometri da La Maceta. Per raggiungerla occorre scendere una rapida scalinata sferzata dal vento. È possibile fare il bagno in diverse piscine calandosi da una scaletta direttamente dentro il mare.
La vista è come sempre spettacolare, con colate laviche nere come la pece spruzzate di granchi neri ed eoni verdissimi.
In cima alla scaletta c’è un piccolo chiosco, aperto solo la sera dalle 19 in poi, che offre semplici piatti locali come coniglio fritto, queso herreño, lapas e garbanzos, a prezzi popolari.
Come ci si arriva: dalla strada che da Tigaday conduce a Pozo de la Salud (Frontera) imboccando la deviazione segnalata (HI-556), oppure a piedi lungo il sentiero che da Punta Grande arriva a La Maceta e poi, girando dietro al ristorante, prosegue oltre.
Charco Azul
A metà strada tra Charco Los Sargos e La Laja si trova l’ennesimo capriccio vulcanico nascosto sotto la scogliera, l’ennesimo accesso al mare protetto dalla furia dell’oceano.
La pozza, riparata da un grande arco naturale, è blu come il nome promette. L’acqua è calma e una volta fuori è possibile asciugarsi e rilassarsi nel solarium di pietra.
Come ci si arriva: lungo la strada che da Frontera conduce al Pozo de la Salud (HI-551), all’altezza di Los LLanillos. All’incrocio della strada che conduce al mare si trova una deliziosa chiesetta in sasso nero che si staglia contro il blu dell’oceano.
Charco de La Laja
Ci abbiamo messo un anno per scoprire questa delizia e dire che non era poi così lontano da casa.
Come tutti i punti di balneazione della Valle del Golfo di El Hierro, qui il mare è impetuoso ed è meglio approcciarlo dentro queste belle piscine naturali nascoste dentro una grotta frastagliata di basalto.
È presente un’area di riposo con grandi tavoli rotondi, acqua potabile e zona barbecue.
Come si arriva: dalla strada che proviene da Frontera, poco prima di arrivare a Pozo de La Salud, fare attenzione al piccolo cartello di legno che riporta l’indicazione per La Laja. Una volta parcheggiato, si arriva al charco percorrendo uno stretto e ripido sentiero a “U”.
Si può anche arrivare a piedi con una breve camminata di una decina di minuti dal Pozo de La Salud.
Arenas Blancas (spiaggia)
Già parlare di spiagge a El Hierro suona a tratti bizzarro, figuriamoci se quella ti prospettano e una spiaggia bianca… in un’isola nera come la pece! Quando ce ne hanno parlato la prima volta pensavamo a una colossale presa in giro e invece era tutto vero.
Questa minuscola insenatura che si apre tra le rocce nere e il mare turchese è un frammento nascosto di Paradiso, dove ci si trova da soli al cospetto della Natura e di sua maestà il Silenzio.
Da non perdere.
Come si arriva: lungo la strada che dal Pozo de La Salud (Frontera) porta lungo la costa occidentale dell’isola (HI-500), prima dell’indicazione per il Meridiano Zero. È possibile anche arrivarci a piedi percorrendo un breve tratto di strada e poi un sentiero soleggiato (SL-EH 2) che taglia attraverso la roccia vulcanica.
El Verodal (spiaggia)
La più grande spiaggia di sabbia di El Hierro, l’unica assieme a Las Playas e a quella di Timijiraque a meritare l’ambito nome. È anche uno dei luoghi in assoluto più suggestivi di tutta l’isola. Di sabbia rossa e nera, è incastonata tra la montagna verticale e il mare azzurro piscina ricco di onde a ricciolo. Si raccomanda grande cautela a fare il bagno, perché la corrente è molto forte e tende a risucchiare indietro.
Nella parte alta, prima di scendere le scale di pietra che conducono alla spiaggia, si trova un arco naturale molto bello, una chicca da fotografare e mostrare agli amici invidiosi.
Un’area attrezzata con tavoli e barbecue riparati sotto un’ampia tettoia di foglie consente di ripararsi dal sole feroce e riposarsi dopo avere giocato tra le onde.
Come ci si arriva: lungo la strada che dal Pozo de La Salud (Frontera) si arrampica sulla montagna in direzione di El Sabinar e del Santuario de La Virgen de Los Reyes (HI-500), prendere lo sterrato HI-502. La strada è stretta e serpeggiante e richiede parecchia cautela, in quanto quasi sempre sprovvista di muretti di protezione e guardrail. Siamo sul versante ovest dell’isola, il più giovane e il più fragile, qui le frane sono purtroppo molto frequenti ed è facile trovare la strada chiusa. Anche quando è sgombra, l’accesso è comunque interdetto dal tramonto in poi per questioni di sicurezza. La vista dell’isola dall’alto e i paesaggi cangianti sono uno spettacolo emozionante per gli occhi.
El Muellito del Faro de Orchilla (solarium)
Chiamarla “spiaggia” forse è un parolone, visto che parliamo di un fazzoletto roccioso lungo pochi metri, ma a El Hierro si è abituati a usare le maniche larghe quando si tratta di punti balneabili. Venire in questa piccola caletta nell’imbarcadero del Faro dell’Orchilla, il più occidentale d’Europa, significa provare la curiosa sensazione di ritrovarsi nel punto esatto in cui un tempo si credeva finisse il mondo.
Come si arriva: lungo la HI-503, si percorre a piedi il sentiero che parte da dietro il faro de Orchilla.
Cala de Tacorón (piscine naturali)
Dopo l’imbarcadero del Faro de Orcilla, nella punta sud-occidentale dell’isola, bisogna spingersi fin quasi alla punta meridionale di El Hierro per trovare un nuovo punto di balneazione. Ma ne vale la pena. L’insenatura di Tacorón si trova a pochi chilometri da La Restinga ed è un piccolo gioiello.
Alcune scalette conducono alle piscine naturali e al mare, uno dei più calmi e caldi di tutta l’isola (si chiama Mar de Las Calmas mica a caso), ottimo per gli amanti dello snorkeling. Il contrasto tra il turchese e il verde smeraldo del mare, il nero della lava e il rosso della terra è da capogiro.
Ci sono due ampie zone di ristoro, con tavoli, panche, acqua potabile e griglie per barbecue protetti da grandi tettoie. Ci sono anche minuscoli lembi di sabbia nera e un solarium di pietra dove è possibile stendersi per asciugarsi dopo il bagno.
In cima al sentiero, a fianco al parcheggio, c’è un piccolo bar sprovvisto di gelati, ma una Dorada la si trova sempre.
Come si arriva: lungo la strada che da El Pinar conduce a La Restinga (HI-4), imboccare la strada sulla destra (HI-410) e percorrerla tutta fino all’area parcheggio. Dietro al bar e di fianco partono due sentieri di pietra percorribili a piedi che conducono al mare.
La Restinga (spiaggia)
Di fianco al porto de La Restinga c’è una piccola spiaggia di sabbia nera con passerelle di legno e un porticato con tavoli e panche. È da qui che si effettua l’imbarco delle scuole di diving per le immersioni.
So cosa pensi: immergersi nell’acqua di un porto non è proprio il massimo della vita. E se ti dicessi che questo è un porto minuscolo, dove attraccano solo le barche dei pescatori e dove l’acqua bassa non solo è pulitissima ma anche calma a sufficienza da usare maschera e boccale? Siamo in un porto, è vero, ma siamo anche in una Riserva marina, non dimenticarlo.
A pochi metri dalla spiaggia si trovano diversi bar e ristoranti (tascas) specializzati in pesce.
Come si arriva: La spiaggia si trova alla fine del paese, sulla sinistra, ed è facilmente raggiungibile con una breve camminata.
Las Playas (spiaggia)
Risalendo idealmente da sud lungo la costa orientale dell’isola, si incontrano una serie di piccole spiagge riunite sotto l’originalissimo nome di Las Playas. “Idealmente” perché risalire la costa da sud a nord lungo il versante orientale è impresa impossibile: non ci sono strade e l’unico modo di arrivare da queste parti è procedendo dalla direzione opposta, vale a dire da nord verso sud, lungo la strada che conduce (e muore) a El Parador.
Dopo quella del Golfo è l’insenatura più spettacolare di El Hierro e per ammirarla in tutta la sua magnificenza occorre arrampicarsi fino all’omonimo mirador o al limitrofo Mirador de Isora, sospesi a oltre 1000 metri di altezza. La costa è frastagliata, reduce di un antico collasso in mare della parete rocciosa e si apre in piccoli anfratti, perfetti per chi è in cerca di autentici gioielli incontaminati lontani dal clamore (il famoso “clamore” di El Hierro! 😊)
Di fronte a Las Playas, appena prima del tunnel a senso unico (!) che conduce a nord verso Timijiraque, si erge in tutta la sua poderosa bellezza Roque de Bonanza, un abbraccio commovente di rocce che si è guadagnato, a ragione, il titolo di uno dei simboli di El Hierro.
Accanto alla spiaggia nera, l’immancabile zona ristoro coperta e alcuni giochi per bambini. Poco più avanti c’è un bar ristorante che affitta alcune camere minuscole.
Attenzione alle capre selvatiche che attraversano sonnacchiose la strada.
Come si arriva: al termine della strada che da Puerto de La Estaca (Valverde) porta al Parador (HI-2), appena prima del complesso alberghiero.
Timijiraque (spiaggia)
Un paio di chilometri dopo Puerto de La Estaca e appena prima del piccolo villaggio di Timijiraque si incontra l’omonima spiaggia di sabbia nera, una delle più grandi dell’isola (350 m).
È uno dei pochi luoghi dove è possibile fare surf (anche se personalmente non ho mai visto nessuno) e uno dei punti di balneazione più frequentati di El Hierro, data la sua vicinanza al borgo.
C’è un’area attrezzata, un ristorante poco lontano e una vecchia salina nelle vicinanze.
Come si arriva: lungo la strada che serpeggia lungo la costa est in direzione Parador (HI-30), subito dopo il piccolo tunnel che divide Puerto de La Estaca da Timijiraque.
La Caleta (piscine naturali)
Le piscine azzurro-turchese di La Caleta sono assieme a La Maceta il luogo di balneazione più noto dell’isola. In effetti, la prima volta che ci si arriva si resta a bocca aperta. E certe volte anche la seconda e la terza volta.
Subito sotto la terrazza dell’omonimo villaggio, si apre un’ampia area solarium che ospita alcune piscine di ampiezza e profondità diverse: sembrano quelle classiche di acqua dolce e invece sono riempite dell’acqua salata e fredda dell’oceano.
La location è spettacolare, oltre le piscine si allarga una bella passeggiata a filo mare che conduce a spot bellissimi e isolati, da cui è possibile anche immergersi direttamente in mare. Questo versante dell’isola è in genere meno ventoso di quello occidentale e il mare, meno agitato di quello del Golfo, consente buone esperienze di snorkeling. Nella zona si trovano alcune incisioni primitive in lingua libico-berbero, la lingua degli aborigeni canari.
Il paese ospita un paio di ristoranti, un piccolo market e diversi appartamenti in affitto.
Come si arriva: Lunga la strada che da Valverde conduce all’aeroporto (HI-3), svoltare a destra seguendo le indicazioni del piccolo paese de la Caleta (HI-25). Per i più “fit” è possibile raggiungere La Caleta a piedi partendo da Valverde attraverso un percorso di circa 4 chilometri (PR-EH 5.2).
El Tamaduste (spiaggia)
Eccola qui, la Milano Marittima di El Hierro! No, tranquillo, sto scherzando. Ma se c’è un posto nell’isola che richiama un discreto numero di turisti (al mondo è sempre tutto relativo) questo è proprio Tamaduste.
Il paese è minuscolo e davvero molto grazioso, con diverse piccole palazzine dove è possibile affittare appartamenti a corta temporada. Il motivo di tanto successo è la sua bellissima insenatura ornata di camminamenti di pietra, in cui è possibile passeggiare e raggiungere angoli semi deserti.
L’acqua è stata alzata artificialmente diversi anni fa grazie al posizionamento di alcuni massi, così da rendere l’accesso al mare tranquillo e adatto anche ai più piccoli. C’è anche una minuscola spiaggia nera, visibile solo con la bassa marea.
Nel paese, che fuori dall’alta stagione (mesi estivi e primi autunnali) risulta sorprendentemente deserto, ci sono un paio di bar ristorante tipicamente canari, un minimarket e una pizzeria d’asporto che serve la migliore pizza di tutta El Hierro.
Come si arriva: lungo la strada che da Valverde conduce all’aeroporto (HI-3), prendere la deviazione che conduce al paese (HI-20).